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Google Assistant, Google Home e la SEO

ricerca vocale e seo

Google Assistant, Google Home e la SEO

October 31/ SEO

Di recente ho avuto la fortuna di partecipare al Summit dei Top Contributor di Google tenutosi a Dublino.

Tralasciando gli aspetti ricreativi o più semplicemente legati al piacere di reincontrare "vecchi" amici e instaurare nuovi rapporti, le sessioni affrontate hanno rappresentato  l'occasione per avviare diverse riflessioni, una delle quali riguarda le ricadute che prodotti come Google Assistant e Google Home potranno avere sulla SEO come la intendiamo oggi.
Fino a non più di un mese fa, il mio rapporto con la ricerca vocale consisteva nel ripetere a voce le chiavi di ricerca che ero solito digitare. Sin dai primi approcci con Google Assistant invece ho potuto riscontrare la tendenza ad utilizzare query sempre più "verbose".
Inizialmente invogliato dal "rapporto" estremamente friendly proposto dall'assistente, sono poi stato spinto dalla curiosità di capire fino a che punto è arrivata la capacità di Google di comprendere il senso di frasi complesse, interpretando quindi nel contesto di molte parole quelle che realmente definiscono la domanda.

Ben lontani da risultati tipici di scenari futuristici, sia il Google Assistant che il Google Home mi hanno piacevolmente stupito, inducendomi gradualmente a rapportarmi a loro in una maniera sempre più "umanizzata" e colloquiale. 

In conseguenza di questo cambio di prospettiva, rapido quanto inaspettato, ho iniziato a ragionare sulla ricaduta che la diffusione di questi prodotti (ed altri con caratteristiche simili) porteranno nel mondo della SEO e come un consulente che si appresta a lavorare su un sito debba approcciarsi a questi "aspetti".

Dai miei test, ancora pochi per rappresentare un campione significativo e quindi fornire risultati accurati, a fronte di richieste formulate con termini completamente diversi, molto spesso il risultato offertomi come risposta era il medesimo. Nonostante il lancio di RankBrain si era detto fosse associato alla capacità di elaborare proprio le "query verbose" oggetto di questo piccolo test, è difficile comprendere in che misura machine learning ed intelligenza artificiale,  siano in grado di "influenzare" la selezione delle risposte fornite. Ciò che però credo si possa dire da subito, con pochi margini di smentita, è che la SEO intesa come ottimizzazione per "parole chiave", sembra sempre più materia preistorica, mentre si consolidano maggiormente fattori come la reputazione e l'autorevolezza in merito all'argomento trattato. 

Sono pronto a scommettere che saranno in molti a cavalcare queste argomentazioni per ribadire ancora una volta che "la seo è morta". Dal canto mio la penso in maniera diametralmente opposta.
Per far fronte a richieste più complesse Google avrà sempre più bisogno di siti di qualità, autorevoli e "specializzati", capaci di  comunicare in maniera efficace i propri contenuti. L'inserimento dei dati strutturati, ad esempio, potrà offrire contesti di visibilità  che vanno ben oltre un "rich snippet", contribuendo a definire in maniera univoca il "significato" di ciascun contenuto.

Il futuro prossimo del web sembra già delineato, ora la "palla" passa alle web agency, alle agenzie e ai consulenti seo, per capire come lavorare in sinergia con i proprietari del sito così da riuscire a trarre vantaggio da questa evoluzione in atto. Perdere questo treno potrebbe voler dire subire questi cambiamenti, rimanendone schiacciati e trovarsi, in un futuro non troppo lontano, tra le fila di chi, non avendo saputo adattarsi all'innovazione, rimpiange i "bei tempi" delle keywords. 



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